Intervista Square Mile: traduzione!

by - marzo 06, 2016

Ed ecco l'intervista per Square mile, se prendete la traduzione vi preghiamo di citare la fonte. 
Per leggere l'intervista in inglese, cliccate qui.



E' buffo come le cose accadono. E' mercoledì pomeriggio e mi trovo a Soho House, Dean Street, aspettando di incontrare un vecchio compagno di classe. Ma c'è un piccolo dettaglio, il ragazzo in questione è un attore di sempre più alto livello e l'incontro è un'intervista per la cover del giornale per cui scrivo. Lo vedo dalla finestra mentre arriva e in testa ho l'immagine di un teenager con la divisa della scuola che mangia un panino, probabilmente obiettivo di derisioni a causa del suo aspetto da modello.

Ma il Douglas Booth del 2016 è molto diverso: è un attore acclamato per la sua interpretazione di Boy George nella produzione della BBC 'Worried About The Boy', eletto da GQ e Hugo Boss per il suo senso dello stile, che ha recitato al fianco di Mila Kunis e Russel Crowe ed è stato diretto da numerosi registi tra cui Darren Aronofsky e i Wachoskis. I suoi anni dopo il diploma si sono dimostrati produttivi.
Booth è calmo quando parla e le sue risposte sono misurate, probabilmente frutto di una combinazione tra umiltà e qualche anno di interviste. “Cerco di non pensarci troppo” dice quando gli chiedo se si rende conto del suo successo sempre più grande. “Per me, il livello è ancora gestibile. Un attore di fama internazionale con il quale ho lavorato una volta mi disse 'goditi questo periodo, puoi ancora prenotare ristoranti. Hai un sacco di vantaggi, ma non vivi ancora il lato negativo e folle.”
“Mi ricordo quando due anni fa ero al Met Ball” dice, quando gli chiedo se ogni tanto la sua vita diventa surreale. “C'erano Paul McCartney e Fergie dei the Black Eyed Peas che bloccavano il corridoio. Ad un certo punto arriva Rihanna che chiede di passare. Poco dopo ero in bagno con Eddie Redmayne e Domhnall Gleeson, tutti fumano nei bagni al Met Ball perchè non si può uscire, Johnny Depp improvvisamente esce dalla toilette e dice 'Fatemi passare, cazzo. Posso avere una sigaretta?
L'anonimato è una cosa fantastica che ho imparato ad apprezzare. Ma non ho intenzione di stare qui a lamentarmi del successo e sembrare ingrato. Tutto ciò che puoi fare è tenerti stretti tutti i tuoi amici e la tua famiglia e cercare di non montarti la testa.”
Vista la velocità e l'ampiezza dell'ascesa di questo giovane attore verso il successo, tenere i piedi per terra non deve essere facile. Nel 2009 faceva audizioni per tutto, e solo poche volte veniva richiamato. Si sono susseguiti ruoli in 'From Time To Time' e 'I Pilastri della Terra', così come una breve carriera da modello nella campagna di Burberry con Emma Watson, con la quale ha stretto una forte amicizia, prima della svolta: il ruolo da protagonista nel film biografico della BBC sul Culture Club, un assaggio del suo potenziale in un ruolo molto fuori dalla comfort zone dell'attore. Immagino fosse una mossa ben studiata, ma in realtà non lo era. “Stavo semplicemente cercando un lavoro” Booth ammette, “avevo 16, quasi 17 anni. E' arrivato ed ero tipo 'Boy George, seriamente?' Sono corso al computer e mi ricordo di aver iniziato a cercare informazioni su di lui con mia madre.”

Si è dimostrato essere un grande successo, facendo vincere a Booth numerose lodi in un ruolo che ha richiesto molta preparazione e studio. Anche il cantante stesso ha fatto i suoi complimenti, dicendo alla BBC che Booth aveva 'qualcosa di lui'. Difatti Booth descrive quanto lo abbia segnato il ruolo. “E' stata una delle trasformazioni più incredibili di sempre. Mi sono sentito come se io fossi veramente Boy George e mi trovassi in questi luoghi bizzarri. Mi ricordo quando è venuto a visitare il set, è stato molto emozionante perché io ho pensato 'come può essere lì se io sono qui?'

Si potrebbe affermare che, nei quattro anni successivi, Booth non abbia trovato un altro ruolo che mostri le sue capacità e il suo talento come Worried About the Boy. Ma l'attore è risoluto nelle sue scelte, che vanno da film indipendenti con un piccolo budget a ruoli secondari in blockbusters come Noah e Jupiter Ascending. Gli chiedo se è il caso del 'una per lo studio, una per te', dove attori in effetti pagano per il loro coinvolgimento in progetti a basso budget con più grandi e sicuri incassi, George Clooney ne è un esempio. Booth è sconcertato, verosimilmente non l'ha nemmeno mai considerato, e sostiene che, per quanto riguarda entrambi i film, l'occasione di lavorare con registi che hanno definito non solo un genere e ma anche un'intera epoca era troppo bella per rifiutare. “Personalmente volevo lavorare con Darren Aronofsky, che è uno dei miei registi preferiti. I film più grandi che ho fatto li ho scelti perché volevo lavorare col regista.”
“Mi ricordo di quando si è iniziato a parlare di Jupiter Ascending, al tempo avevo la possibilità di prendere parte a un grande e sicuramente più conosciuto franchise Young Adult, ma non pensavo che lo script fosse così bello – non era al pari di The Hunger Games. Quindi ho chiesto a Darren Aronofsky 'Cosa faccio? Questo o lavoro con i Wachowskis?' e lui mi ha detto di lavorare con i Wachowskis.”

Scelta più che sensata. Per un giovane attore, l'opportunità di lavorare con registi che hanno definito lo sci-fi con The Matrix nel 1999 non è da perdere. “Anche se Jupiter Ascending non è stato ricevuto particolarmente bene” dice “penso che col tempo andrà a crearsi un certo seguito cult. Sono così contento di aver preso la decisione di lavorare con loro, semplicemente per vedere come lavorano. Dopotutto, hanno cambiato il modo di fare film. Non faccio 'uno per me e uno per loro', tento semplicemente di fare ciò che mi interessa e qualche volta le cose funzionano mentre altre volte no. Prendo parte a progetti che credo di poter fare o che hanno un cast fantastico. Ogni film deve darmi qualcosa. Ho 23 anni e non voglio correre nella carriera. Sono abbastanza fortunato da trovarmi in una situazione in cui il lavoro non deve essere semplicemente lavoro. Voglio aver fatto cose interessanti per quando sarò verso i 30 anni, l'età in cui diventi un “leading man” (nrd protagonista). Sto cercando di crearmi un buon curriculum, lavorando con persone interessanti per arrivare tra qualche anno ricco di esperienze e pronto.”

Non ci posso far nulla ma Booth mi ricorda qualcuno. Qualcuno noto per essere selettivo nei suoi ruoli, per il suo impegno umanitario, qualcuno che ha interpretato il protagonista in un adattamento di Romeo e Giulietta. Gli chiedo se c'è qualcuno che lo ispira, di cui vorrebbe seguire le tracce, se potesse, e la sua risposta lo conferma. “Non che mi aspetti che la mia carriera sarà come la sua” dice “ma ammiro molto Leonardo DiCaprio, per me rappresenta qualcuno completamente distinto. Mi piacerebbe molto avere l'opportunità di lavorare con alcuni grandi registi in modo continuo, creare un rapporto speciale e fare avventure del genere. Penso che lui abbia trovato il perfetto equilibrio tra successo critico e commerciale.”

Non so se Booth e DiCaprio si siano mai incontrati (mi dispiace, mi sono dimenticato di chiederlo), ma sono certo che Leo rimarrebbe positivamente colpito dall'impegno di Douglas e il suo sollecitare all'azione in questioni importanti, incluso il parlare a nome del movimento HeForShe che sostiene l'uguaglianza dei sessi e guidato dalla sua amica di lunga durata Emma Watson. Inoltre è anche ambasciatore per UNHCR, l'agenzia per i rifugiati delle nazioni unite. La posizione gli è stata offerta mentre si stava preparando per un possibile ruolo nel film sulla vita del giornalista fotografico Dan Eldon, morto in tragiche circostanze durante una missione umanitaria in Somalia. Douglas descrive l'incontro con un rifugiato siriano a Lesbos, quand'era in Grecia con UNHCR. “Dire che mi ha cambiato la vita suona melodrammatico, ma ha davvero cambiato la mia opinione e il mio sguardo sul mondo ed è stato importante. Ero seduto davanti ad un uomo della mia stessa età a cui non mancava nulla, era più intelligente di me, aveva un'educazione migliore, raccontava barzellette più divertenti ed era più carismatico. Aveva tutto, l'unica differenza è che era nato in un paese ora martoriato da una guerra civile mentre io ho avuto la grandissima fortuna di essere nato qui. Era in una posizione così difficile e disperata, ma la affrontava con un'eleganza unica. Mi ha cambiato la vita e ha cambiato ciò che è importante nella mia vita.”

Tuttavia oggi Booth può essere perdonato per aver pensato a se stesso prima. Sta promuovendo il suo ultimo ruolo, l'adattamento cinematografico di Burr Steers del romanzo bestseller Orgoglio e Pregiudizio e Zombie. Il film è una gioia per gli occhi, un intreccio tra l'antico drama inglese con un'assurda e brillante aggiunta, un'epidemia zombie, che lo rende una commedia thriller che non deve mai essere presa troppo sul serio.
“Ho ricevuto lo script e ho pensato che era un'idea folle” dice Booth. “Orgoglio e Pregiudizio e.. cosa? Poi realizzi che David O. Russel ha scritto la prima versione del copione. Ho in seguito cercato il libro che è stato uno dei best seller del New York Times e sembrava davvero popolare. Hanno riunito un cast meraviglioso. Ho conosciuto Burr a Los Angeles, siamo andati subito d'accordo e mi piaceva la sua idea su come realizzare il film, fine della storia. Poi sono andato al lavoro con un gruppo di amici, il che è stato fantastico.”
Gli amici in questione includono alcuni del nuovi talenti inglesi, con cui Douglas ha lavorato in alcuni progetti come l'adattamento televisivo di Grandi Speranze e il recente And Then There Were None (per quanto riguarda la crew). “L'industria cinematografica è piuttosto piccola qui. In PPZ ho lavorato con Matt Smith, che è un mio grande amico. Lily James la conoscevo perchè era andata alla scuola di recitazione con uno dei miei migliori amici, Freddie Fox (con il quale Booth ha lavorato in The Riot Club e Worried About the Boy). Mi ricordo di averla vista nelle produzioni scolastiche ed era incredibile. Mi ricordo di averla guardata pensando 'Farà carriera' e l'ha fatta.”

Tutto indica un'età d'oro per questi giovani attori inglesi, tra i quali Douglas sta diventando la figura di spicco. Quanto vicino la sua carriera riprenderà quella di DiCaprio è pura speculazione. La realtà è che sembra vivere una carriera ugualmente spinta da un'ambizione personale e artistica che prevale sull'interesse monetario, segnata da momenti in cui la fama è lo strumento attraverso il quale poter fare cose straordinarie dentro e fuori lo schermo. Per quanto mi riguarda, gli faccio promettere un'altra intervista tra qualche anno, quando avrà trovato il ruolo da protagonista che lo trasformerà da attore secondario a principale. Qualunque cosa accada, una cosa è certa, succederà a tempo debito.

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